Materiali sul Mezzogiorno d'Italia
Risorse finanziarie
(1963 - Gino Luzzatto, L'economia italiana dal 1861 al 1894, Einaudi, Torino, 1974)
- "Il Franchetti, che visita minutamente queste regioni [Abruzzo, Basilicata, Calabria] nel 1875, nota le condizioni estremamente arretrate, e spesso l'abbandono di quelle terre ...."
"Egli attribuisce quella miserevole situazione alla mancanza di capitali, notando però la contraddizione fra questa scarsezza di risorse da impiegarsi nell'agricoltura ed il fatto che nel 1865, quando la Banca Nazionale emise, sul mercato delle province meridionali, 12500 delle sue azioni per un prezzo complessivo di 16 milioni di lire, le sottoscrizioni raggiunsero in un solo giorno il valore complessivo di 53 milioni." (p. 98)
- "... purtroppo, la maggior parte dei proprietari di terra preferisce impiegare le maggiori o minori disponibilità di capitali, piuttosto che nei miglioramenti agricoli, nei prestiti usurari ai loro coloni, i quali arrivano alla vigilia dell'inverno senza alcuna scorta per provvedere alla propria alimentazione e per assicurarsi il grano per la semina, e sono costretti a ricorrere al credito dello stesso proprietario o di qualche usuraio di professione, pagando un interesse che è per lo più del 16 per cento in sette od otto mesi." (p. 98)
(1961 - Vera Lutz, Alcuni aspetti strutturali del problema del Mezzogiorno, in Bruno Caizzi, "Nuova antologia della Questione Meridionale", Edizioni di Comunità, Milano, 1975)
- "È da notare che ... nel 1960, gli aiuti di ogni genere (investimenti, prestiti, sussidi, doni) provenienti dall'estero già assicuravano alla zona risorse di provenienza esterna stimate pari ad un 25 per cento del suo reddito interno, ad un importo cioè superiore al volume stimato di investimenti netti effettuati nel Sud. Le risorse 'estere' erano, in altri termini, sufficienti a coprire parte del consumo, nonché l'intero volume di investimenti netti nel Sud." (pp. 294-295)
(1978 - F. Forte, M. Bevolo, G. Clerico, L. Rosso, La redistribuzione assistenziale, Etas libri, Milano, 1978)
- "... se il divario fra le due Italie è ancora molto forte quando lo si misura in termini di reddito prodotto, lo stesso squilibrio non è evidente se misurato in termini di domanda aggregata e di struttura dei consumi." (p. 47)
- "... mentre l'Italia nord-occidentale per ogni 1000 lire di prelievo tributario, contributivo e tariffario, riceve delle spese pubbliche in ragione di sole 950 lire circa, pro capite; al contrario, il Meridione sempre a fronte di prelievo di 1000 lire, gode di afflussi di spesa quasi doppi, aggirantisi cioè intorno alle 2000 lire pro capite." (p. 113)
- "... mentre la Lombardia per ogni 1000 lire di prelievo
riceve spese pari a sole 650 lire circa pro capite, regioni come la Basilicata,
la Sardegna e la Calabria vengono beneficiate di erogazioni pubbliche tre
volte maggiori, pari cioè a quasi 2000 lire pro capite, sempre a fronte
di un prelievo tributario, contributivo e tariffario uguale a 1000 lire." (p.
113)
[Nota : il periodo di riferimento è l'inizio degli anni '70]