Carmelo Miragliotta
Per restare uniti bisognerà dividersi
(Gennaio 2011)
Tutti, da tempo e da più parti, auspicano un rilancio dell'Italia che dovrebbe incidere sull'economia, l'amministrazione pubblica, la sua sburocratizzazione, la riforma del sistema fiscale, l'istruzione, la ricerca, ecc. Tutto auspicabile e perfino possibile , se non partisse da un presupposto improbabile, oserei dire impossibile: LA COESIONE intesa come UNIFORMITÀ.
Ormai la nostra Società è composta da persone e da gruppi che cercano di
vivere gli uni a spese degli altri e poiché questo è praticamente e umanamente
impossibile e inaccettabile si è arrivati alla contrapposizione, alla diffidenza,
all'immobilismo, all'odio.
In una situazione simile, il bene dell'uno o degli uni corrisponde al male
dell'altro o degli altri. L'ideologia di una parte si contrappone a quella
dell'altra o delle altre parti.
Così stando le cose, si presentano due possibili scenari:
O si va verso UN POTERE FORTE (che Dio ce ne scampi) che obblighi tutti a marciare nella stessa direzione oppure ...
PER RESTARE UNITI BISOGNERA' DIVIDERSI.
E non è più sufficiente un federalismo territoriale come proposto dall'inascoltato Prof. Gianfranco Miglio (e tralascio il "federalismo" leghista).
Oggi serve un FEDERALISMO CULTURAL/GESTIONALE, A-TERRITORIALE.
La formazione
cioè di Comunità Volontarie, sullo stesso territorio, autonome nel mantenersi,
indipendenti nell'amministrarsi, federate e coordinate, sempre in maniera
volontaria, sulla base di principi fondamentali condivisi del vivere civile.
Grazie a Comunità Volontarie affiancate, ogni persona e ogni comunità si svilupperebbe assumendosi le proprie responsabilità e contando sulle proprie forze. Rimarrebbe comunque sempre ad ogni singolo individuo la libertà di staccarsi dalla "sua" Comunità precedentemente formata o scelta, nel caso si rendesse conto, con il passare del tempo, che quell'idea di vita sociale non funzionasse o non rispondesse più alle sue esigenze.
So di proporre temi e situazioni fuori dagli schemi tradizionali e poco diffusi (anche se non assenti dalla storia e dal pensiero di studiosi non troppo remoti) ma, alla luce della situazione, mi pare una soluzione sulla quale si potrebbe e dovrebbe riflettere.
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