Gian Piero de Bellis

C'è del marcio (in Svizzera)
Atto II

(Aprile 2018)

 


 

L’idea che la Svizzera, vista come sistema di amministrazione economica, sia il paradiso del libero scambio è una mistificazione totale che i mezzi di comunicazione diffondono a piene mani. In questa menzogna cadono come allocchi taluni liberali e libertari che non finiscono mai di cantare le lodi di un sistema che, a detta loro, funziona a meraviglia.

Che funzioni abbastanza bene è in parte vero, ma spesso solo per imprese e grandi gruppi finanziari che trovano, presso gli organi dello stato, un atteggiamento di riguardo che si traduce in:

- norme favorevoli di cui non godono i comuni cittadini. Ad esempio le imprese possono decidere dove rifornirsi di energia elettrica al miglior prezzo, cosa che il cittadino qualunque non può fare;
- agevolazioni fiscali di vario tipo volte ad attirare imprese sul territorio svizzero. Ad esempio procurando alle imprese terreni edificabili a basso costo o concedendo sconti fiscali nella fase di costituzione o nel caso di ampliamento dell’azienda;
- veri e propri aiuti di stato come è avvenuto nel 2012 per la maggiore banca del paese (UBS). Infatti nel 2008 la Confederazione e la Banca nazionale svizzera (BNS) sono intervenute con un pacchetto di aiuti di 60 miliardi di franchi per salvare l’UBS e evitarne il fallimento.

Personalmente sono per una abolizione delle imposizioni fiscali e per il passaggio ad un sistema fatto di contribuzioni volontarie e di pagamento solo per i servizi che si vuole utilizzare. Simpatizzo quindi quando la rapacità fiscale dello stato è ridotta e la libertà delle imprese è ampliata. Ma tutto ciò dovrebbe estendersi anche al singolo cittadino.

Ad ogni modo, ritorniamo al tema della libera circolazione delle merci per cui la Svizzera appare sempre ai primi posti nelle classifiche mondiali (4 posto nell’Indice complessivo 2018 dell’Economic Freedom) con addirittura un 90 su 100 come indice della libertà di scambio.
Stando agli statistici da tavolino, sulla base di dati forniti dallo stato, la Svizzera risulterebbe uno dei paesi più liberi al mondo in fatto di commercio. Poi uno ci va a vivere e vede che, per il comune cittadino, la situazione è ben diversa.

Assai spesso, al rientro in Svizzera, il doganiere, dopo aver fatto attenzione che uno abbia la vignette se si immette sull’autostrada (pagamento accettabile per sostenere il servizio delle strade) chiede al conducente se ha merci da dichiarare: carne, vino, salumi, ecc. Se non è convinto della risposta, ti fa mettere con la tua auto da parte ed esamina che non ci sia nulla di tassabile. Perché questo è il motivo: tassare prodotti che uno ha comperato al di là della frontiera.

Se poi uno compera su Amazon, eBay o su altri siti di commercio elettronico, le cose vanno ancora peggio. Per far un esempio, presento un fatto che mi è capitato di recente.

Nel mese di Luglio 2017 ho acquistato, al prezzo di €155 un misuratore che non era disponibile sul mercato svizzero. Grande è stata la mia sorpresa quando il postino, consegnandomelo, mi ha fatto la richiesta di CHF. 31,90 per potere avere l’oggetto. Questa cifra, ho capito dopo, comprendeva la TVA (tassa sul valore aggiunto) e i cosiddetti diritti di dogana.

Dal momento che l’oggetto acquistato era difettoso ho deciso di restituirlo al mittente e mi aspettavo che almeno la TVA pagata su un oggetto non più in mio possesso mi sarebbe stata restituita. Quindi ho fatto regolare domanda allegando copia della ricevuta del pacchetto rinviato. Alla mia lettera mi viene data una risposta ambigua, in burocratese, da cui capisco che nulla mi verrà rimborsato.

Allora invio il seguente messaggio via e-mail:

J’ai bien reçu votre courrier en réponse de ma lettre concernant le dédouanement 100000004104356.
D’abord je remarque que les taxes que vous imposez sont presque 20% du prix de l’objet commandé.
Ensuite je remarque que, même si l’article a été renvoyé quelques jours après car défectueux, vous gardez tout l’argent imposé.
Cela montre bien la rapacité du système fiscal. Je ferai circuler cette information sur les réseaux sociaux, pour clarifier l’idée, tout à fait erronée, que la Suisse est un pays à bas taxation.

Al che nel giro di alcuni minuti ricevo la seguente risposta:

Votre dossier Nr. 4932, est en cours de traitement.
Les délais de remboursement sont actuellement entre 3 et 4 semaines et nous nous en excusons.
Dès que votre dossier sera traité, nous ne manquerons pas de vous envoyer un courrier.
Vous remerciant par avance de votre compréhension.

Il che mi fa pensare che un minimo di rimborso avrà luogo. Lascio passare alcuni mesi ma nulla avviene. Nessun rimborso neanche con il cannocchiale.
Alla fine, passati alcuni mesi, mi faccio vivo con il seguente messaggio giusto per far capire lor signori che idea ho di loro:

Je fais suite à votre courrier électronique du 28 Août 2017 où vous vous me disiez que mon dossier était en cours de traitement et que un remboursement
aurait eu lieu dans un délai maximal de 3-4 semaines.
Je n’ai pas reçu de remboursement et alors j’ai bien compris que vous gardez tout l’argent même si l’article sur lequel vous avez imposé la TVA et les droits de douane a été rendu car défectueux.
Cela se configure à mes yeux comme un vol et que vous êtes des petits voleurs.
En effet, les événements de ces derniers mois confirment qu’il y a beaucoup de pourriture dans votre façon d’agir.
Je vous pardonne cette supercherie en espérant n’avoir plus à quoi faire avec vous.

Subito dopo ricevo una risposta definitiva che vi fa capire con che razza di imbroglioni piccoli criminali abbiamo a che fare anche qui in Svizzera:

Nous avons bien reçu votre mail et vous en remercions.
Dans le cas d’un retour de marchandise, vous pouvez demander uniquement le remboursement de la TVA en contrepartie de CHF 30.- de frais de dossier. Si le montant de la TVA payée est inférieure à CHF 30.-, ce n’est pas rentable pour vous de demander le remboursement.
La TVA que vous aviez payé était de CHF 15.20.
Vous remerciant par avance de votre compréhension,
Freundliche Grüsse / Kind regards / Meilleures salutations / Cordiali saluti

Quindi vorrebbero 30 franchi per rimborsarmene 15 che ho pagato su un bene non disponibile in Svizzera e che ho restituito al mittente perché non funzionante. E lo chiamano libero commercio.

La Posta Svizzera è assodato è una banda di monopolisti imbroglioni, come testimonia anche il caso recente della truffa dell’AutoPostale che incassava indebitamente i denari del contribuente che si sommavano ai denari dell’utente. In sostanza, tutto in perfetto stile mafioso (mangia di qua, mangia di là) il che caratterizza molte realtà padronali-statali presenti anche qui.

Come vedete, non tutto va bene neanche nella piccola Svizzera.
Il paese è bello, viverci è un piacere, se non fosse …. se non fosse che lo stato (e i suoi scagnozzi, monopolio postale compreso) se ne devono andare.

 


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