Gian Piero de Bellis

Beppe Grillo: poco senso, molto strillo

(Ottobre 2008)

 


 

Premetto che Beppe Grillo mi è simpatico e condivido il suo disprezzo per le caste e gli imbroglioni che hanno creato questo marciume che è la società italiana.

Mi dispiace quindi che non sia ancora arrivato ad una posizione chiara e netta (di rifiuto) su quella organizzazione criminale che si chiama stato nazionale territoriale.

La sua critica si rivolge allo psiconano Berlusconi, a Topo Gigio Veltroni ma non riesce mai ad arrivare al cuore del problema. E cioè che il disastro morale della società italiana non è rappresentato dalla coppia Berlusconi-Veltroni ma da quell’apparato criminale (lo stato nazionale territoriale) di cui essi (o altri prima e dopo di loro) sono/saranno gli esponenti più in vista. Perché è solo attraverso il superamento dello stato territoriale monopolista che possiamo davvero iniziare a risolvere i nostri problemi

Allora è sconfortante leggere la lunga citazione presa da un discorso di Piero Calamandrei (blog di Beppe Grillo del 22 ottobre 2008) in cui si difende a spada tratta la scuola di stato.

Per chi ancora non l’avesse capito, la scuola di stato è merda fusa; ha creato danni irreparabili nel cervello di moltissimi italiani, manipolandoli a tal punto da far loro credere ciecamente in miti assurdi e criminogeni (la patria, la nazione, la bandiera). La scuola di stato ha ottenebrato il cervello di moltissimi individui trasformandoli in zombi pronti a seguire il primo padrone che si presenti loro come salvatore o risolutore dei loro problemi. La scuola di stato è peggio della merda perché almeno la merda fa concime mentre questa è materia tossica. La scuola di stato è lo strumento di propaganda dei ceti parassitari eretto a sistema culturale.

Quindi, quando Grillo cita le parole di Calamandrei  che “le scuole di stato hanno difetto di essere imparziali” probabilmente ha avuto, nel momento in cui ha riportato quelle parole, un blocco del cervello. Oppure, la manipolazione statale ha colpito anche lui e quindi, a parte gli strilli e gli strepiti, il suo messaggio non è poi molto diverso da quello dello statalista occulto (lo psiconano) e dello statalista verace (Topo Gigio).

E poi, questa idea tutta passata di contrapposizione pubblico privato su cui Piero Calamandrei ricamava negli anni ’50, non è forse una bufala colossale su cui lo stato ha marciato per decenni (e ancora ci marcia)? Lo stato è una banda di malfattori che si proclamano difensori dell’interesse pubblico ma una persona onesta al solo sentire la parola "pubblico" intesa come Stato dovrebbe scappare a gambe levate. Smettiamola una buona volta di usare le parole come strumenti di manipolazione.

Mandare in malora le scuole di Stato (cosa che paventava il buon Calamandrei nel suo intervento in difesa della scuola nazionale – come se il sapere fosse un fatto nazionale!) è dunque una esigenza imprescindibile per uscire dall’oscurantismo in cui siamo precipitati (in Italia come in quasi tutta Europa).

Ai miei tempi si parlava di descolarizzare la società (Ivan Illich) creando una rete di esperti e basi dati a cui tutti potessero accedere. Il World Wide Web rende quella ipotesi possibile e praticabile.

Lasciamo allora il mondo dei morti viventi, gli zombi della scuola di stato, e avviamoci verso il futuro (con o senza Beppe Grillo).

 

 


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